Libertà, hippie e figli dei fiori
Gli anni ’70 si presentano come un grande paniere pronto a ricevere tutti i cambiamenti che si sono sviluppati nei decenni precedenti.
Hanno il sapore di un mondo nuovo, dove la parola libertà assume un significato non solo personale, ma anche sociale e politico. Sono gli anni della rivoluzione sessuale, delle minigonne, dei figli dei fiori e delle comuni, dove un gruppo di giovani decideva di vivere liberamente la propria sessualità e seguire le proprie idee autoregolandosi, spesso a contatto con la natura.
Anni in cui si affaccia prepotente l’impegno politico dei giovani ai quali non piace più essere guidati dagli adulti e vogliono autodeterminarsi e costruire una società più vicina ai loro gusti e alle loro esigenze.
La parola d’ordine è comunicazione. Personale, sociale, politica, spirituale. Nascono le radio libere che danno voce a chi fino ad allora non aveva potuto parlare, e iniziano i primi timidi tentativi di televisioni private.
Arriva la Tv a colori e ormai il consumismo non è più una mèta da raggiungere ma qualcosa da combattere. Il mondo appartiene ai giovani. La rivoluzione sessuale va di pari passo con quella politica e quella spirituale.
Ci si confronta, ci si contrasta. Gli anni ’70 sono anni di profonde lotte di pensiero e di ideologie.
Musica
Il fermento giovanile ha una sua chiara espressione nella musica. Si afferma il cantautorato di ispirazione politica. Francesco Guccini, Paolo Pietrangeli, Claudio Lolli sono solo alcuni dei nomi che spiccano nel panorama della canzone sociale. Accanto a questi nasce una generazione di cantautori che curano i testi delle lorio canzoni come fossero poesie.
Primo fra tutti Lucio Battisti, che impone il suo modo unico di cantare grazie alla sapiente unione di una melodia orecchiabile e testi nei quali si raccontano emozioni in cui qualsiasi giovane può riconoscersi.
Gli anni ’70 sono anche gli anni in cui nasce un cantautorato legato alla città di origine degli artisti. Il filone genovese differisce da quello milanese e da quello romano per stile, tematiche e approccio alla canzone. Paolo Conte a Genova, Jannacci e Gaber a Milano e i cantautori del “Folk Studio” a Roma (De Gregori, Venditti su tutti e poi Edoardo De Angelis, Rino Gaetano, Gianni Togni…)
Nel mondo impera la discomusic: non importa il testo purché sul ritmo si possa ballare. Bee Gees, Abba, Village People, Donna Summer: nella musica entrano gli strumenti elettronici e nascono i primi generi Electro, Synth, Pop, Dance.
Cinema
In Italia il cinema vive due opposte tendenze: la prima è quella dei film leggeri, erotici, finalmente liberati da un senso comune che voleva la donna senza desiderio sessuale; la seconda è quella del film d’autore, spesso di tema sociale e politico, che mette in scena le disparità, le ingiustizie, il malaffare che comincia ad essere evidente e si intrufola nella vita quotidiana.
Il cinema sexy ed erotico italiano vede protagoniste femminili che hanno sempre un aggettivo accanto al nome “Giovanna coscialunga” oppure “Ubalda tutta calda“, e il proliferare di liceali senza ritegno ed insegnanti maliziose: Gloria Guida, Edwige Fenech e Laura Antonelli rappresentano negli anni ’70 l’incarnazione del desiderio sessuale maschile.
Sono film abbastanza semplici basati quasi esclusivamente sul nudo che però fanno “cassetta” e sono il termometro di un bisogno di libertà sessuale al di là di ogni censura e bigottismo. Superano in definitiva, attraverso una comicità poco celata, la rigidità della censura dei decenni precedenti e aprono la strada a film ben più impegnativi.
Uno su tutti, il film scandalo “Ultimo tango a Parigi“, con il grande Marlon Brando ed una giovanissima Maria Schneider, che caratterizzò l’episodicità di un incontro intimo, senza l’impegno di voler costruire una relazione. Era la fine dell’ingenuità e l’inizio di una implosione in sé stessi le cui barriere erano saldamente fortificate dalle droghe, in primis dall’eroina, il cui uso fu importato dagli U.S.A.
Il libro che descriveva la strada che porta all’eroina fu “Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino” tratto da una serie di interviste che i giornalisti del settimanale “Stern” Kai Hermann e Horst Rieck, sostennero con Christiane Vera Felscherinow accusata di spaccio e detenzione di droga. Dal libro verrà successivamente tratto un film: “Cristiana F.”
Nel mondo è però anche il periodo dei primi grandi film catastrofici, dei film “da ballo” dedicati ad un pubblico giovanile e dei film di fantascienza. “Airport” è il primo dei quattro film incentrati su disastri aerei, “L’inferno di cristallo” inaugura invece la stagione dei disastri nelle metropoli.
Tra i film sul ballo, un posto al top merita sicuramente “La febbre del sabato sera” che consacra un giovane John Travolta come icona delle discoteche e pone le basi per ciò che sarà la cosiddetta “movida”. Tra i film di fantascienza impossibile non ricordare “Star Wars”, che nel 1977 vede la luce: primo episodio di una saga che accompagnerà nei decenni successivi e darà vita al merchandising legato ai personaggi dei film.
Una chicca di questo genere è sicuramente “L’uomo che cadde sulla terra” che vede il debutto come attore di un David Bowie perfetto nel ruolo di un alieno che non invecchia mai.
Ci sono anche film politici (es: “Tutti gli uomini del Presidente” sullo scandalo Watergate), ma sono più elitari e assumeranno vera importanza a qualche anno di distanza.
Gli anni della rivoluzione sociale e personale
Decennio difficile quello che inizia nel 1970. Il ricordo dei tempi bui della guerra è ormai lontano, i giovani non l’hanno vissuta, ma sono cresciuti negli anni della rinascita, del boom economico, della nuova ricchezza. E come sempre accade quando un paese si ricostruisce dalle sue macerie si creano disparità sociali, ineguaglianze, classi e ceti che sembrano non avere nulla in comune.
Con l’abolizione della “nobiltà” e l’Italia repubblicana, il nuovo ceto dominante è la borghesia, costituita da imprenditori, professionisti e arricchiti in vario modo. Un gradino sotto, il ceto medio, impiegatizio, benestante ma senza strafare. Sull’ultimo gradino, la classe operaia, il proletariato, in gran parte formato da emigranti che dal poverissimo sud si sposta in settentrione per lavorare nelle fabbriche.
Queste disparità scavano solchi quasi mai superabili e creano nei giovani una coscienza politica basata quasi esclusivamente sul bisogno di eguaglianza sociale. La rivoluzione sessuale ha già aperto la strada all’eguaglianza tra i sessi, viene riformato il diritto di famiglia, il parlamento italiano, superando gli ostacoli della mentalità cattolica, promulga le leggi che regolamentano divorzio e aborto.
L’Italia cerca di mantenere il passo con le gradi democrazie europee. Ma dal punto di vista sociale le cose sono ben più complicate. I sindacati confederati non bastano a tutelare a pieno i lavoratori e così si formano gruppi di lotta armati che terranno in pugno l’Italia con la strategia del terrore.
Non importa il colore politico perché sia all’estrema destra che all’estrema sinistra i gruppi armati sono egualmente violenti. Nascono le Brigate Rosse, Ordine Nuovo e altri gruppi sia di ispirazione comunista sia di ispirazione neofascista che hanno come scopo quello di sovvertire il potere costituzionale tramite la lotta armata. Sono i cosiddetti Anni di Piombo.
Dalla strage di Piazza Fontana, al treno Italicus fino all’uccisione di Aldo Moro, il decennio è attraversato da una lunga scia di sangue e paura.
E mentre l’ideologia divide, lo sport unisce.
Sono gli anni delle vittorie della Ferrari in Formula 1, del record del mondo nel salto in alto di Sara Simeoni, della mitica partita Italia-Germania 4-3.
Le estati sono colorate e libere. Si vedono i primi topless e le cabine ormai servono più che altro alle famiglie visto che ci si cambia direttamente in spiaggia senza alcun problema. Pantaloni a zampa di elefante e zatteroni colorati, camice larghe e a fiori, shorts, minigonne o gonnelloni larghi lunghi fino alla caviglia.
La moda trova quella libertà che la società non ha ancora trovato. Di notte i falò sulla spiaggia riuniscono i giovani. Di giorno sole, mare e pedalò. Al mare si va per conto proprio.
La cultura hippie si afferma anche in Italia e crea gruppi pacifisti che si oppongono alla violenza. Gli anni ’70 sono gli anni dei contrasti forti. Dopo il cambiamento esteriore, inizia il cambiamento interiore per una società sempre più eterogenea e aperta.