Gioventù spensierata
Gli anni del boom economico
Il Decennio dei grandi eventi
Le Olimpiadi a Roma nel 1960, il premio Oscar come miglior film a “La Ciociara” di Vittorio De Sica, l’inaugurazione dell’Autostrada del Sole e dell’Aeroporto Leonardo da Vinci a Roma, “La Dolce Vita” di Fellini.
In Italia erano gli anni del boom economico, mentre nel mondo a Dallas moriva Kennedy, ci lasciava Marilyn, iniziavano la guerra del Vietnam e le contestazioni studentesche in Francia.
L’elezione di Papa Giovanni XXIII, il Papa Buono, apriva una nuova era anche nella religione cattolica con il Concilio Vaticano II. Anni di grandi contrasti e trasformazioni. Era il tempo del ballo della mattonella e degli schiaffi in nome della decenza.
Un aneddoto narra di uno schiaffo dato da un famoso democristiano dell’epoca, divenuto presidente della Repubblica Italiana negli anni ’90, Oscar Luigi Scalfaro, che nel 1960 diede vita al caso del prendisole: rimproverò aspramente in pubblico una signora che si era tolta il bolerino al ristorante a causa del gran caldo poiché, la signora in questione, provenendo da una famiglia di ufficiali dell’aeronautica, era tenuta a un comportamento adeguato.
Lo schiaffo in realtà non ci fu, ma ai giornali piacque colorare l’episodio affinché fosse di esempio. Ma il decennio era appena all’inizio e il vento di rinnovamento che già soffiava impetuoso avrebbe spazzato via molte cose.
Anni di grandi eventi e grandi speranze: i mitici anni ’60 hanno cambiato per sempre il nostro modo di vivere.
Musica
Strano periodo quello degli anni ‘60. Piuttosto che cantare come gli stranieri si preferiva tradurre in italiano le canzoni più famose d’oltre oceano.
Sono gli anni in cui compare il divismo musicale. Le canzoni e il cantante diventano un tutt’uno e sono riconoscibili come stile. Nascono le prime band, i complessi musicali e catturano l’attenzione dei giovani. Tutto è pensato per i giovani.
Le canzoni leggere dell’estate per ballare, le canzoni melodiche della stagione fredda per raccontare dei perduti batticuore estivi. In Italia spopolano Celentano, Mina, Morandi, Rita Pavone accanto al nuovo mondo dei cantautori come Gino Paoli e Luigi Tenco, mentre nel mondo si affermano i Beatles.
Il rivoluzionario concept della musica dei quattro artisti di Liverpool è proprio nell’idea di comporre musica per i giovani. Musica coinvolgente, che crei una emozione condivisa, che entri nella vita dei ragazzi in tutte le loro espressioni quotidiane.
Tutto cambia dopo i Beatles. Cambia il pubblico a cui si rivolgono le case discografiche, cambia il look, cambia il sentimento musicale. Il rock diventa popular, I Beatles, unici nel loro genere, riescono ad amalgamare diversi stili musicali e a creare melodie, arrangiamenti e testi destinati ad essere senza tempo.
Panorama Generale
Una firmetta su un monte di cambiali e si poteva realizzare qualsiasi sogno. I cosiddetti “pagherò” spianano la strada al fenomeno del consumo di massa e a un nuovo stile di vita basato su un apparente benessere di massa. La tv, il frigorifero, la lavatrice, il giradischi… le case degli italiani si riempiono di oggetti della nuova tecnologia e tutti si sentono più ricchi.
Gli anni duri della guerra appartengono ormai al passato e la rinascita economica dell’Italia è al suo massimo sviluppo. L’acquisto di un’automobile, di solito una 500 fiat o al massimo una 600 multipla, grazie alle cambiali, diventa il sogno realizzabile del ceto medio. Sogno che porta con sé anche la possibilità della villeggiatura. Le fabbriche e gli uffici chiudono il mese di agosto regalando un intero mese di ferie. Le città si svuotano e interminabili sono le file d’auto in autostrada verso il tanto agognato mare.
Gli anni ’60 sono gli anni giovani, quelli della generazione che la guerra non l’ha vissuta se non nei ricordi dei “matusa”, genitori e nonni che ancora non riescono a scrollarsi di dosso quel periodo di privazioni.
Le Olimpiadi di Roma trasmettono al mondo l’immagine di un’Italia in strabiliante crescita e civilmente matura tanto che venne coniato l’appellativo di “miracolo italiano”.
Il medagliere degli Italiani poi fa il resto. L’oro conquistato da Livio Berruti nei 200m fu veramente un capolavoro, considerando che l’atletica era la disciplina più difficile nella quale vincere una medaglia, visto il livello di super potenze come Usa, URSS e Germania.
Il Presidente degli USA J. F. Kennedy viene assassinato a Dallas e la tv rimanda quelle terribili immagini, la guerra del Vietnam vede il massimo spiegamento di forze americane, in Europa si accende il fuoco delle contestazioni studentesche che vedranno il loro apice nel 1968 con il Maggio Francese. Sarà una netta chiusura con il passato e l’inizio della nuova era dei movimenti giovanili politicizzati che adotteranno stili di vita alternativi e di forte protesta.
Prima che finisca il decennio si ha il tempo di posare i piedi sulla Luna, eleggere un altro Papa e vedere la nascita di Arpanet, il predecessore di Internet.
Al cinema!
Il cinema italiano degli anni ’60 è un cinema vario sia stilisticamente sia tematicamente.
Grandi registi e grandi attori. Film d’autore e commedia all’italiana. Dino Risi, Ettore Scola, Mario Monicelli e Comencini, Fellini e Pasolini… il cinema italiano di questo decennio è un grande punto di riferimento per tutto il cinema moderno e contemporaneo. Inoltre si affermano attori del calibro di Nino Manfredi, Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi e Marcello Mastroianni.
Sono anni d’oro. “La dolce vita” di Fellini diffonde nel mondo la bellezza poetica di una Roma nostalgicamente affamata di grandezza e leggerezza, il premio Oscar a “La ciociara” nell’interpretazione magistrale di una Sophia Loren diretta da Vittorio De Sica, ricorda le sofferenze appena superate, la fine della guerra e le storture di un periodo confuso in cui vincitori e vinti erano in egual modo sconfitti.
Si afferma la commedia all’italiana che descrive con ironia e sarcasmo i difetti italici e li fa accettare con un sorriso. Profondamente differente dalle commedie americane, leggere e divertenti, ha peculiarità che la rendono famosa in tutto il mondo. Il cinema italiano ritorna a essere esportato e Cinecittà torna a lavorare a pieno ritmo.
Ciò che distingue la produzione italiana da quella principalmente statunitense è soprattutto la scomparsa del lieto fine. Film che lasciano una sorta d’amaro in bocca nella rappresentazione costante dell’opposizione tra individuo e società dei consumi.
Film di grande qualità che raccontano i grandi cambiamenti economici e sociali in ambientazioni quasi esclusivamente urbane. Per la cronaca, la censura si attenua grazie anche alla nascita del primo governo di centro-sinistra che permette ai cineasti di esprimersi in maniera poco più libera rispetto al passato.
Italiani brava gente
In fondo, però, gli italiani non sono cambiati. Sono solo un po’ più ricchi. Ma il loro animo rimane quello di sempre. D’estate una cabina, un ombrellone e tanta voglia di libertà. Non era molto diverso dal decennio precedente.
Della cabina non si poteva fare a meno, in quanto necessaria per liberarsi dai vestiti cittadini e riapparire in perfetta tenuta da spiaggia. Le cabine erano il sogno erotico dei piccoli e dei grandi: le fessure del legname consentivano fugaci sguardi indiscreti. Le passerelle dalle cabine alla spiaggia, poi, diventavano vere e proprie passerelle per le fanciulle in bella mostra, con grande soddisfazione dei giovanotti in crisi ormonale perenne.
L’ombrellone continuava ad essere la succursale del salotto buono di casa. Lì si svolgeva la vita sociale con inviti e scambi di cortesie, lì le mamme misuravano attente il tempo di permanenza in acqua dei bambini.
A pranzo si apparecchiava nello spazio antistante la cabina: tavolo e sedie pieghevoli portate sul tettuccio dell’automobile legate strettamente con le corde, tovaglia a quadretti rossi, piatti, bicchieri di vetro, nulla poteva mancare. Il menù era il solito di sempre: pasta al forno e cotoletta fritta preparate a casa ed anguria gigante.
Così trascorrevano le tipiche domeniche estive. Durante la settimana i mariti lavoratori rimanevano in città accuditi dalle mogli ed erano i nonni a portare al mare i nipotini, che lontani dagli sguardi dei genitori assaporavano la libertà e le nuove tendenze.
Dall’America era arrivata l’abitudine all’uso delle bevande gassate. La Coca Cola rappresentava più uno status che una bevanda, e nei gusti dei più giovani aveva superato le classiche italiane: gassosa, chinotto, orzata, cedrata e spuma.
Era anche l’epoca dei gonfiabili, delle prime ciambelle e della famosissima Mucca Carolina, il gadget più desiderato, frutto della industrializzazione dei prodotti alimentari e pubblicizzato in televisione, quella a valvole, enorme ed in bianco e nero che ormai era alla portata di tutti.
Gli anni del boom economico sono anche gli anni in cui si afferma l’abitudine alla villeggiatura. Quella che dura un mese e svuota le città. Si carica il tettuccio della macchina all’inverosimile.
Ci sono tante cose da portare con sé, non ultima la gabbietta con l’uccellino. Si affitta una camera a pensione completa e si sta tutti lì dentro, accampati alla meglio, ma con il mare lì vicino che aspetta. Ci si concedeva il lusso di comperare un gelato o un ghiacciolo, ma nulla di più. E in fondo cos’altro poteva servire per essere felici?
I giovani hanno altro a cui pensare.
Borse di paglia, abiti leggeri e capelli cotonati. Le ragazze anni ’60 seducono con la loro semplicità, con la voglia di leggerezza e divertimento, con la loro malizia poco maliziosa. La complicità di un jukebox, alla rotonda sul mare, e si approfitta del riposino post pranzo dei genitori per scambiarsi sorrisi, promesse e qualche bacino.
Gli amori estivi erano belli, intensi e senza complicazioni. Tre canzoni 100 lire e si potevano osare avances col favore del caldo e della musica. Mitici anni ’60.